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Signa e la viabilità romana
Aggiornamento: 5 mar 2022
La più importante strada romana che lambiva il territorio di Signa era indubbiamente la Via Quinctia ovvero la via pisana. Si trattava della strada consolare costruita sul percorso etrusco che univa, attraversando l’Appennino, il porto di Pisa sul Tirreno con gli scali di Spina e Ravenna sull’Adriatico. Oggi la strada che copre il percorso equivalente prende il nome di Tosco-Romagnola.
Secondo quanto riportato in un’iscrizione rinvenuta su una pietra miliare nei pressi di Montelupo la strada fu aperta sotto il consolato di Tito Quinzio e Druso Claudio Nerone nel 13 a.C. Come quello della strada di oggi il tracciato seguiva la riva sinistra dell’Arno da Firenze a Pisa dove si inseriva sulla via Aurelia. Il caput viae si collocava in prossimità dell’imboccatura meridionale del ponte romano che, passando sul percorso di Borgo San Jacopo e Borgo San Frediano, giungeva all’omonima porta edificata nel Trecento e al sobborgo del Pignone. Superata la chiesa medievale di S. Maria a Verzaria la via consolare toccava in rapida successione il borgo di Monticelli, di San Quirico a Legnaia (in prossimità del ponte sulla Greve), di Solliciano (praedium Sulicianum), di Caselline (dove sono stati rinvenuti reperti di costruzioni romane) fino ad septimum lapidem, il settimo miglio, dove sorse la pieve di San Giuliano a Settimo.
Nel 1752 lo studioso fiorentino Targioni Tozzetti recuperò il cippo del sedicesimo miglio in prossimità di San Michele a Luciano, la scritta, in parte illeggibile, è stata ricostruita in base a misurazioni:
T . QVINTIVS . T . F . FLAMINIVS COS. PISAS . X VI . M . P .
Ossia: “Tito Quinzio Flaminio, figlio di Tito, console. verso Pisa, 16 mila passi” (da Firenze).
Oltrepassato il piccolo borgo delle Fornaci di San Miniatello la via consolare giungeva all’abitato di Montelupo, località, anticamente denominata Malborghetto e sede di un pagus, come testimoniano i ritrovamenti di edifici romani e di tombe. Superato il fiume Pesa su di un ponte di cui restano pochissime tracce la strada giungeva ad Empoli, riportato sulla Tabula Peutingeriana con il nome di in Portu. Senza distaccarsi gran che dalla moderna strada regionale, la vecchia arteria toccava le località dove sono sorti San Miniato, Ponte a Evola, Montopoli (longobardo Mons Taupari) e Castel del Bosco, giungendo a Pontedera, nelle cui vicinanze sono stati rinvenuti numerosi reperti di epoca classica.
Oltre Pontedera la via consolare attraversava il borgo di Fornacette dove sono state rinvenute una tomba di età imperiale e varie monete, poi Cascina (forse Valvata riportata sulla Tabula Peutingeriana), presso la cui antica pieve di S. Maria fu scoperta nel 1626 una lapide con iscrizioni di età romana e, in rapida successione Navacchio (Naveculum), Visignano (praedium Visinianum), Bibbiano (praedium Vibianum), Putignano (praedium Aputinianum), fino a toccare i sobborghi di Pisa.
Il tracciato della Via Quinctia è riportato anche all’interno della “Tabula Peutingeriana” ed i toponimi ivi contenuti che possiedono particolare rilevanza per la storia di Signa sono: “Arnum flumen” e “Ad Solaria”.
Il primo, cioè “Arnum flumen”, secondo il calcolo delle miglia riportate sulla tavola, verrebbe a coincidere con Montelupo; il luogo era noto come “Mansio ad Arnum” ed è probabile che nella zona vi fosse un attraversamento che permettesse il superamento del Fiume Arno. La mansio rappresentava una stazione di posta, rappresentata sulla Tabula Peutingeriana attraverso la segmentazione di una linea rossa.
Per quanto riguarda il secondo toponimo ovvero “Ad Solaria”, nel 2012, nel corso delle consuete attività di controllo archeologico, emergevano presso Calenzano le prime tracce di quella che si sarebbe rivelata essere una complessa struttura di età romana, oggetto di un’intensa campagna di indagine. Attraverso la ricostruzione del tracciato della via Cassia tra Firenze e Pistoia e della via publica transappenninica verso Bologna che vi confluiva proprio nel territorio di Calenzano, e tramite l’analisi delle diverse fasi di vita della struttura indagata e dei suoi reperti, ha preso corpo l’ipotesi di riconoscere in questa un luogo di sosta con una precisa identità storica, identificandola con la stazione “Ad Solaria” che ricorre nelle fonti itinerarie a partire dalla Tabula Peutingeriana.
Un collegamento tra le due sopraccitate stazioni di sosta ci sembra ineludibile in quanto rappresentante il collegamento tra due direttrici fondamentali: la nord – sud (Bologna – Roma) e la est- ovest (Firenze – Pisa). Nel seguito si cercherà di individuare quegli elementi etrusco – romano – medievali che permettano di ricostruire questo raccordo di fondamentale importanza per lo sviluppo di Signa e del suo territorio.
Lorenzo Raugei
